Quali sono le varianti di Alzheimer? Scoperte cinque tipi diverse

Quali sono le varianti di Alzheimer? Scoperte cinque tipi diverse

Quali sono le varianti di Alzheimer? Scoperte cinque tipi diversi.

Uno studio olandese pubblicato su Nature Aging, condotto su oltre 400 pazienti affetti da malattia di Alzheimer, ha individuato dei sottotipi della patologia. Gli scienziati hanno analizzato il liquido cerebrospinale di questi pazienti, focalizzandosi su 1058 proteine, allo scopo di identificare eventuali varianti della malattia.

I ricercatori hanno scoperto che, nonostante le persone con Alzheimer presentino proteine diverse nel fluido cerebrale rispetto a quelle senza la malattia, esistono diverse varianti all’interno della stessa condizione neurodegenerativa.

In particolare, sono state individuate cinque varianti della malattia, ognuna caratterizzata da un insieme specifico di proteine. Questo potrebbe spiegare le differenze nella progressione dell’Alzheimer e suggerire la necessità di trattare ogni variante in modo diverso.

Le cinque varianti di Alzheimer

Le varianti identificate sono state descritte come sottotipi, ciascuno con caratteristiche specifiche. Ad esempio, il sottotipo 1 è associato a un aumento della produzione di beta-amiloide, una proteina coinvolta nella formazione delle placche nel cervello tipiche dell’Alzheimer. Al contrario, il sottotipo 5 mostra una ridotta produzione di amiloide e altri tratti distintivi, come una compromissione della barriera emato-encefalica e un’inibizione della crescita delle cellule nervose.

Il sottotipo 2 è caratterizzato da una eccessiva potatura delle sinapsi e delle proteine associate alle microglie (cellule immunitarie del cervello). Il sottotipo 3, il più raro, presenta una disregolazione dell’RNA, mentre il sottotipo 4 sembra essere legato al plesso coroideo, che produce il liquido cerebrospinale.

Inoltre, i sottotipi 2 e 5 presentano una progressione più rapida della malattia e una aspettativa di vita più breve rispetto agli altri

Ogni sottotipo ha anche un profilo genetico specifico, indicando un rischio maggiore per determinate varianti. Questa scoperta potrebbe spiegare il motivo per cui i tentativi passati di sviluppare trattamenti efficaci per l’Alzheimer sono stati in gran parte infruttuosi, poiché la malattia potrebbe avere cause molecolari così diverse.

Gli autori dello studio suggeriscono che identificare la variante specifica di Alzheimer nei pazienti potrebbe essere cruciale per lo sviluppo di trattamenti mirati. Ad esempio, farmaci mirati alla produzione di amiloide potrebbero essere efficaci solo per il sottotipo 1, mentre altre strategie potrebbero essere necessarie per trattare gli altri sottotipi.

In conclusione, questa ricerca apre la strada a nuovi approcci nel trattamento dell’Alzheimer, considerando le sue diverse varianti e cercando di personalizzare le terapie in base al sottotipo specifico di malattia presente in ciascun paziente.