Obesità: scoperte nuove cause

Obesità: scoperte nuove cause

Obesità: scoperte nuove cause grazie ad uno studio dell’Università Jagellonica di Cracovia e dell’Università di Bristol, pubblicato sul Journal of Physiology.

I ricercatori hanno effettuato degli esperimenti sui topi grazie ai qualli hanno scoperto una nuova zona del cervello coinvolta nei disturbi della sazietà.

Obesità causata da disfunzionamento dell’orologio biologico nel cervello

Molti studi recenti hanno dimostrato che l’orologio biologico non è situato solo nell’ipotalamo, ma anche in altre zone del cervello come l’antico tronco evolutivo, chiamato complesso dorsale vagale. Quest’area del cervello, per mezzo di un gruppo di neuroni, è coinvolta nel controllo dei ritmi quotidiani legati all’assunzione di cibo e rilascio degli ormoni che riguardano l’alimentazione.

Chi soffre di obesità mostra un cattivo funzionamento di questi ritmi quotidiani.

Dieta ricca di grassi disturba orologio biologico

Gli scienziati hanno diviso i topi in due gruppi: uno è stato nutrito con dieta ricca di grassi, l’altro con una dieta bilanciata.

Tramite particolari apparecchiature hanno monitorato circa un centinaio di neuroni del complesso dorsale vagale e fatto varie analisi e registrazioni elettrofisiologiche.

Quello che hanno osservato è che la dieta ricca di grassi disturbava l’orologio biologico del cervello dei ratti, causando malfunzionamenti nel controllo del livello di sazietà e come conseguenza un eccesso di alimentazione ed obesità.

I ricercatori credono che il complesso vagale dorsale del romboencefalo dei topi deve essere caratterizzato da intrinseci meccanismi di cronometraggio circadiano. Nello specifico il nucleo del tratto solitario (un gruppo di corpi cellulari nervosi nella materia grigia del midollo allungato) sembra essere un importante “oscillatore circadiano” e non dipende dall’orologio soprachiasmatico principale.

La dieta ricca di grassi nel breve termine sembra modificare l’attività neuronale del nucleo del tratto solitario e la reattività dei segnali ingestivi, il ché porta ad un aumento del consumo delle calorie.

Ricerche più approfondite per contrastare il fenomeno dell’obesità

L’obesità è considerata negli ultimi decenni come una sorta di “epidemia”. Preoccupa molto la diffusione dei casi in quanto è una condizione che porta ad altre patologie associate, quali diabete di tipo 2, ictus, malattie cardiovascolari e cancro.

Lukasz Chrobok, uno degli autori principali dello studio, ritiene che non è ancora possibile conoscere quali sono quei segnali temporali che possono azzerare oppure sincronizzare l’orologio biologico del tronco cerebrale ma si spera che, con ulteriori ricerche relative ai ritmi quotidiani del corpo, in special modo quelle collegate alla sazietà, si possa arrivare a nuove terapie più efficienti per i pazienti obesi.

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