L’arteterapia per i pazienti con Parkinson

L’arteterapia per i pazienti con Parkinson

L’arteterapia si è dimostrata una pratica utile per i pazienti con morbo di Parkinson. Taluni pazienti in molti casi hanno la visione compromessa a causa dei danni del sistema nervoso e si è notato che trovano benefici dall’osservazione delle opere d’arte.
Lo studio che è stato pubblicato su Parkinsonism and Related Disorders, descrive come l’arteterapia abbia effetti positivi su chi è affetto da Parkinson: essa può migliorare le abilità visive e di percezione, con riflessi sulle capacità di movimento e sulla qualità di vita.

Arte e riabilitazione nei pazienti con Parkinson

L’analisi è stata condotta con volontari che hanno partecipato a 20 sedute di arteterapia per la durata di un’ora e mezza due volte la settimana. La seduta si svolgeva sottoponendo materiale artistico ai soggetti, guidati da un operatore specializzato. Venivano anche svolte attività pratiche con la finalità di sviluppare la creatività e monitorare il potenziale riabilitativo dell’arte.

In totale sono stati svolti nove progetti con l’obiettivo di sviluppare un determinato aspetto della funzione visuo-spaziale, come la manipolazione o creazione di artefatti in 3D, così da far interagire più di un senso contemporanemante.
I ricercatori del Marlene and Paolo Fresco Institute for Parkinson’s and Movement Disorders della New York University, hanno notato che la mobilità oculare dei pazienti, che all’inizio era anomala, migliorava con il passare del tempo fino ad avvicinarsi a quella delle persone sane.

I progressi del campo visivo sono stati seguiti anche da modifiche nelle connessioni cerebrali, diagnosticate con risonanza magnetica funzionale, dimostrando che le reti neuronali preposte alla visione hanno subito una riorganizzazione.

Alberto Cucca, neurologo della Fondazione Fresco presso la New York University che ha coordinato la ricerca, spiega:
“Il Parkinson si accompagna spesso a disturbi visivi dovuti alla degenerazione della retina, come l’incapacità di percepire i contrasti o la tridimensionalità. Inoltre, la perdita di alcune funzioni di movimento dell’occhio porta a una riduzione del campo visivo e possono comparire problemi cognitivi legati alla visione, come una minore capacità di esplorare lo spazio: tutti danni che dipendono dalla compromissione del sistema nervoso associata alla malattia. La creazione artistica può essere utile perché coinvolge i sistemi visivi di più alto livello, legati all’elaborazione cognitiva delle immagini; i nostri risultati mostrano che grazie all’arte qualcosa cambia nella modalità con cui i pazienti esplorano lo spazio e interagiscono con la realtà”.

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